Vi sarà capitato di cercare su internet ” cosa fare a Palermo ” ? Ecco, in questo articolo cercheremo di dare una risposta più concreta.
Parafrasando il film di un palermitano doc, Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, si può dire che non è vero che la Sicilia ti prende solo d’estate. Palermo, Monreale, Cefalù, e perfino Mondello, la spiaggia cult del capoluogo siciliano, incantano anche d’inverno. Ti seducono con la bellezza dei loro monumenti, il fascino degli edifici arabo-normanni e delle chiese bizantine, gli odori, i colori e la teatralità dei loro mercati, la bontà irresistibile delle specialità pasticciere e i sapori dei piatti tipici di qualità e spesso anche a poco prezzo di molte trattorie. Ma ti prendono anche per la squisita cortesia e ospitalità delle persone, per la bella gioventù che vedi nella movida serale lungo le strade pedonalizzate del centro tra musicanti e street-food, per il clima sempre o quasi sempre primaverile anche a gennaio, per i costi molto contenuti della bassa stagione nei voli per il capoluogo.
Il centro, con i suoi splendidi monumenti accanto ai tanti palazzi nobiliari in rovina che mostrano la bellezza antica delle facciate e i primi segni dell’abbandono, appare come la fotografia in bianco e nero di questa tormentata della città. A rincuorarti è la storia millenaria di Palermo, il fascino della mescolanza delle culture che qui convivono da secoli, l’imponenza della sua cattedrale e del palazzo dei Normanni, un tempo sede imperiale e oggi dell’Assemblea regionale siciliana, gli splendidi affreschi e mosaici bizantini della Cappella Palatina, la nuda pietra e le cupole rosse della chiesa romanico-orientale di San Giovanni degli Eremiti, la bellezza degli altri monumenti arabo-normanni dichiarati patrimonio dell’Unesco (le chiese della Martorana e San Cataldo, il palazzo della Zisa e il Ponte dell’Ammiraglio in città, la cattedrale di Cefalù e il duomo di Monreale). Impossibile non innamorarsi.
Il mite inverno palermitano è la stagione ideale per impegnarsi nel tour intensivo di questo ricco patrimonio monumentale e artistico, per esplorare viali, vicoli, parchi e piazze del centro cittadino, che, peraltro, si percorre agevolmente a piedi. Il punto di partenza e riferimento per le escursioni è l’ottagonale piazza dei Quattro Canti, all’incrocio tra via Maqueda (la via dello struscio, dei negozi e dello street -food) e corso Vittorio Emanuele (l’ex Cassaro, la via più antica della città) con le sue quattro facciate barocche, pressoché identiche, che fanno da crocevia per le strade che introducono ai quattro quartieri principali della città: la Kalsa, l’Albergheria, La Vucciria, il Capo. Adiacente ai Quattro Canti c’è il Palazzo delle Aquile, sede del Municipio, che si affaccia sulla elegante piazza della Cinquecentesca Fontana Pretoria, detta anche “fontana della vergogna” per tutte le statue nude dei Dei dell’Olimpo che la circondano e la sormontano, con i suoi bellissimi giochi d’acqua.In Piazza Verdi, al termine di via Maqueda, merita assolutamente la visita l’enorme e aristocratico Teatro Massimo, in stile neoclassico, il terzo teatro lirico d’Europa per dimensioni, che ha un maestoso palco reale con annesso un foyer reale, un’acustica straordinaria e una rotonda nella sala pompeiana riservata in origine ai soli uomini dove c’è una risonanza particolarissima, tale per cui chi si trova al centro esatto della sala sente la propria voce amplificata a dismisura mentre chi sta al fuori del cerchio non può comprendere quanto viene detto al suo interno. La leggenda vuole che il Massimo sia abitato dal fantasma di una suora la cui tomba venne involontariamente profanata durante la costruzione del teatro. Poco più avanti, in piazza Ruggero Settimo, a fare da contraltare al teatro dei nobili e dei ricchi c’è il Teatro Politeama Garibaldi, altra costruzione Ottocentesca ma a forma di arena circense con una enorme sala centrale a ferro di cavallo, affreschi delle sale e del bel colonnato sopraelevato in stile pompeiano, con la facciata sormontata da una maestosa quadriga bronzea. La struttura, che ricorda nella sua forma circolare il Pantheon, era destinata inizialmente ad ospitare diverse forme di spettacoli per il popolo, tra cui la boxe, mentre oggi ospita concerti e balletti.
Poco lontano, passando per porta Carini, si giunge al Mercato del Capo, assieme alla Vucciria (dipinta da Guttuso, oggi un po’ decaduta) e allo storico Ballarò, uno dei principali mercati di Palermo. Che vogliate o no comprare qualcosa, una passeggiata tra le bancarelle di quei mercati, soprattutto di Ballarò, non potete mancarla. E’ lì che si batte il vero cuore della città e si respira la cultura del suoi popolo: lo spettacolo dei venditori di carne, pesce e verdure che come direbbe Montalbano “fanno teatri” per attirare i clienti, l’apoteosi di colori, suoni e odori che si mescolano tra i banchi di “carnizzeri”, “pisciaiuola”, venditori ambulanti e i visitatori è davvero imperdibile. Per la cronaca, nelle strade adiacenti c’è anche una sorta di Ballarò due con rottami, merci di risulta, vestiti usati e cianfrusaglie varie esposti direttamente sulla strada, sui marciapiedi e sui muri, tra Apecar e furgoni scassati.
Da corso Vittorio Emanuele si giunge alla Kalsa, la vecchia zona Araba che si sviluppa attorno alla piazza Magione, tra la stazione ferroviaria e il mare, dove sono nati Falcone e Borsellino, oggi un po’ decadente. La vasta area verde del Foro Italico è il lungomare di Palermo, chiamato anche Passeggiata della Marina”: è un parco privo di stabilimenti, chioschi, ristoranti e altre attività commerciali, da cui si gode una bella vista sul golfo di Palermo e sul monte Pellegrino, dove si respira aria buona e ci si può sedere o stendere al sole sui cubi e sulle panche in maiolica che costeggiano la passeggiata, la pista ciclabile e la scogliera.
Da lì, con l’autobus, in pochi minuti si può arrivare a Mondello, la bellissima spiaggia dei palermitani, con sabbia finissima e un mare cristallino, col suo vecchio borgo di pescatori e uno stabilimento balneare in stile liberty costruito su una palafitta.
Quando si è stanchi di camminare e visitare meraviglie, è gioco facile riposarsi e rifocillarsi nelle pasticcerie gustando deliziosi cannoli, buccellati, cassate e granite, o nei locali dello street-food assaggiando arancine, pane e panelle, panini con milza e sfincione. La sera, a cena, è altrettanto facile trovare osterie e trattorie che servono caponate da urlo, ottimi primi piatti (pasta con le sarde o l’angiova, alla norma o ai broccoli) e buon pesce fresco a prezzi davvero popolari.
Allora………….vi aspettiamo?